Con questa applicazione web puoi calcolare l'impronta informatica (hash) di uno o più files secondo gli algoritmi SHA256 e MD5. L'impronta potrà essere annotata in modo permanente sul Registro Pubblico delle Impronte Informatiche al fine di attribuire data certa al file cui si riferisce in modo completamente gratuito. In questo modo potrai anche preservare il valore legale di documenti informatici firmati digitalmente come atti, diffide, PEC.
Per eseguire il calcolo seleziona i files fra quelli registrati sul tuo computer o semplicemente trascinali sulla finestra del browser. Per ogni file sarà mostrato nome, dimensioni, impronta (SHA256 e MD5) ed un riferimento temporale in formato UTC. Quest'ultimo sarà riferito alla data del calcolo stesso ovvero alla data di prima annotazione dell'impronta sul Registro Pubblico delle Impronte Informatiche. Puoi anche scaricare un report completo delle impronte calcolate in formato PDF o creare un indice ipertestuale dei documenti utile, ad esempio, allorché sia necessario depositare in giudizio dei files su supporto informatico separato.
Puoi utilizzare questa app anche per verificare la corrispondenza delle impronte calcolate rispetto ad un elenco o un indice di impronte: clicca QUI per aprire un'area dove poter fare copia e incolla dell'indice. Dopo aver incollato il testo calcola le impronte dei files da verificare: se queste corrispondono a quelle indicate nell'indice comparirà a fianco un simbolo verde, diversamente comparirà un simbolo rosso.
L'elaborazione sarà eseguita in locale senza alcun trasferimento di dati sul server grazie alle "file API" di HTML5. Per questa ragione potrebbe non funzionare su browser obsoleti.
L'annotazione dell'impronta sul Registro Pubblico delle Impronte Informatiche è una procedura opzionale attivabile selezionando "annotazione manuale" (sarà possibile annotare un'impronta dopo averla calcolata con un semplice click) e "annotazione automatica" (le impronte saranno automaticamente annotate subito dopo essere state calcolate). Sul registro viene annotata soltanto l'impronta e la data di annotazione in forma completamente anonima. Non è possibile cancellare una annotazione ma considera che, anche in caso di errore, non vi è modo di risalire dall'impronta ad alcuna informazione sul file che la ha generata!
Attribuire data certa all'impronta di un file equivale ad attribuire data certa al file stesso. Attribuire data certa ad un elenco di impronte (il registro pubblico mensile) equivale ad attribuire data certa a tutti i files cui si riferiscono le impronte. Dunque la marca temporale che viene "applicata" a fine mese sul registro pubblico è come se venisse applicata ad ogni file cui corrispondono le impronte annotate in quel mese. In altre parole, quando annoti l'impronta di un file sul registro è come se tu - a fine mese - avessi applicato una marca temporale direttamente a quel file.
L’annotazione dell’impronta di un documento informatico firmato digitalmente prima della scadenza, della revoca o della sospensione del relativo certificato di firma, consente di "estenderne" la validità così come riconosciuto dall’art. 62 DPCM 22 febbraio 2013 (Valore delle firme elettroniche qualificate e digitali nel tempo: “Le firme elettroniche qualificate e digitali, ancorché sia scaduto, revocato o sospeso il relativo certificato qualificato del sottoscrittore, sono valide se alle stesse è associabile un riferimento temporale opponibile ai terzi che collochi la generazione di dette firme rispettivamente in un momento precedente alla scadenza, revoca o sospensione del suddetto certificato”). A tal fine si abbia cura di annotare l’impronta del documento di interesse (es. lettera di messa in mora, atto o provvedimento giudiziale, RdA o RdAC PEC) assicurandosi che la data di scadenza del certificato sia successiva a quella in cui sarà reso disponibile il registro marcato temporalmente (solitamente il primo giorno del mese successivo a quello di annotazione). Diversamente sarà opportuno scaricare e marcare in autonomia il registro.
Ad una successiva verifica dello stesso documento, l'applicazione indicherà "da quando" la sua impronta risulti annotata sul registro pubblico delle impronte informatiche consentendo il download dello specifico registro mensile qualora lo stesso sia disponibile. La marca temporale associata al registro consentirà di dimostrate come tutti i documenti "annotati" siano stati formati, necessariamente, in data anteriore a quella certificata dalla marca temporale stessa. La medesima data potrà essere così validamente utilizzata per una "verifica alla data" del certificato di firma: se la verifica avrà esito positivo (se dunque alla data della marca temporale il certificato risultava valido e non revocato) la firma potrà ritenersi ancora valida. E poiché l'impronta di ogni registro viene a sua volta annotata su quello del mese successivo, la catena di registri consentirà di "prolungare" la validità delle firme elettroniche qualificate e digitali fino al termine di validità dell'ultima marca temporale dell'ultimo registro disponibile (cfr. art. 20 CAD; artt. 41, 47 e 62 DPCM 22 febbraio 2013). Per qualsiasi chiarimento è a Tua disposizione il forum.
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